Paolaccio, Amico Mio, la testa mi diceva da un po' di tempo che avrei dovuto prepararmi a scrivere queste parole, ma il mio cuore si rifiutava di farlo, spinto dalla tua energia, dal tuo inesauribile ottimismo e dal tuo costante desiderio di tranquillizzare e aiutare gli altri, anche quando tu avevi bisogno più di ogni altro.
Per la prima volta mi sento smarrito di fronte alla morte.
Con Claudia ero piccolo e il dolore è arrivato molto anni dopo, consapevole della meraviglia che avevo perso per sempre, ma oramai un po' anestetizzato dal tempo.
Con i nonni, anche se sembra sempre troppo presto, la perdita era in qualche modo giustamente spiegabile, anche se terribilmente dolorosa, ma comunque razionalmente rientrante nella normalità della vita.
In quello che è successo a te, alla tua famiglia, non c'è niente di normale né di giusto, è talmente al di fuori della comprensione umana che mi fa pensare, nonostante la mia ferrea razionalità, che se tu e Claudia siete andati via così presto è perché forse avevate un compito più importante e grande da qualche parte, che questo mondo, così piccolo, non può comprendere. Deve trattarsi di qualcosa di davvero enorme, perché il dolore di noi che restiamo qui mi sembra di una dimensione inconcepibile.
Ho il pensiero fisso che non ci sei più e non riesco a rielaborarlo.
Penso alla tua razionalità, al tuo senso di responsabilità, al tuo senso della famiglia, alla tua allegria e al tuo sorriso, alla tuo costante e contagioso buonumore, che regalavi a chi ti stava a fianco senza aspettarti nulla in cambio, come se tutto ciò e che eri e che davi fosse stato normale, ma normale non era.
Mi chiedo come superare la tua assenza, perché la verità è che non voglio farlo, non voglio superarla, non ne ho voglia.
Ma, pensandoci bene, mi aiuti ancora una volta tu, perché chiedendomi come avresti fatto tu, subito mi viene la risposta: avresti affrontato il dolore con le tue spallone larghe, il tuo sorriso ancora più largo e la tua pacata determinazione che sembrava sbriciolare qualsiasi ostacolo.
Non hai mai mostrato la tua fatica per non pesare sugli altri, fiducioso nella tua forza e nella tua energia, capace di dare forza ed energia gli altri, sempre.
Non ho mai pensato a te come ad un esempio, ma ho capito che lo sei stato, lo sei e lo sarai, perché la pienezza della vita si gode nell'allegria, nella consapevolezza della propria forza e nella disponibilità ad aiutare le persone a cui vogliamo bene.
E io di bene te ne ho voluto tanto, Amico Mio, fin da quando sei nato, te ne voglio ancora e te ne vorrò sempre.
Cercherò di prendere esempio da te, di allargare le mie spalle e il mio sorriso, sarà meno bello farlo senza di te, ma lo farò lo stesso perché tu non ti sei mai pianto addosso e non intendo farlo io.
Quest'anno tiferò il Milan anche per te.
Ti abbraccio forte Amico Mio, se sei da qualche parte aspettami con Claudia, perché molti anni in questa vita sono un battito di ciglia nell'eternità, quindi posso dire "a presto" Amico Mio.
Ciao Gnari
Dedde