IN RICORDO DI ANDREW VERITY
Ho conosciuto Andrew al secondo anno di Neuro-Training dove ho partecipato a uno dei corsi tenuti da lui in Italia. Dicevano che aveva carisma ma io non mi sono mai fatta ammaliare dai personaggi.
Una collega mi aveva chiesto di consegnargli una busta personale e quindi, durante la prima pausa caffè, mi sono avvicinata alla cattedra. Con gli occhialini sul naso, era concentrato e stava scrivendo. Mi sentivo a disagio a disturbarlo ma in fondo dovevo solo consegnare una busta e l’avrei lasciato tornare ai suoi impegni.
Contrariamente a ogni mia aspettativa, si è tolto gli occhiali, mi ha sorriso, si è alzato e mi ha allungato la mano per conoscermi. Voleva sapere il mio nome, l’anno che frequentavo e se mi piaceva il Neuro-Training.
Quella è stata la prima delle tante volte che Andrew mi ha sorpresa, era davvero un uomo fuori dal comune.
In quelle poche parole scambiate ho visto una persona simpatica e gentile, e ho percepito una grande semplicità e umanità.
Negli anni a seguire queste percezioni si sono rivelate esatte ma Andrew aveva molte più sfaccettature nella sua personalità, tutte interessanti, tutte profonde, tutte autentiche.
Dal primo istante ho visto una persona umile, che non aveva bisogno di mostrarsi in tutta la sua grandezza. Lo si poteva scoprire un po’ alla volta, secondo la relazione che si stabiliva con lui. Non si dava arie, non parlava solo con persone al suo livello intellettuale. Guardava e trattava le persone per quello che erano dentro, non per il diploma che sfoggiavano. Insegnava chiaramente l’accettazione di sé senza catalogarsi in un’etichetta o un ruolo.
Nel bene o nel male, lui era sé stesso, coerente, appassionato nel suo lavoro, interessato alla vita, sincero nell’amicizia, onesto nei rapporti interpersonali, generoso di cuore, accogliente e affettuoso con tutti, sempre gentile e galante.
Amavo trascorrere del tempo con lui, c’era così tanto da imparare dalla sua persona. Anche se non ci capivamo molto per via della lingua, potevo vivere la forza della sua presenza.
Andrew era così divertente e ironico, sempre pronto alla battuta, leggero ma professionale.
Affermava scherzando che avevo delle espressioni da cartone animato, ed era buffo perché io dicevo lo stesso di lui. Abbiamo riso tanto insieme.
Durante le sessioni si trasformava, era così integrato nel lavoro, profondamente immerso nel MUP del cliente, intento ad ascoltarlo, ad accoglierlo, a comprenderlo. Lui stesso era il Neuro-Training.
Era affascinante vederlo lavorare, emanava un alone di antica saggezza, sapeva cosa dire e come dirlo per scatenare la reazione giusta da riequilibrare, subito pronto con la risorsa utile.
Lavorava con una tale sicurezza e serenità che non potevi che arrenderti al cambiamento in totale fiducia.
Era impressionante la conoscenza che aveva del corpo umano, della psiche, dell’energia, della genetica.
Non era solo conoscenza, era anche connessione, percezione, intuizione fuori dal comune.
Era un genio. Glielo dicevo spesso e lui ridendo mi rispondeva “Lo so”.
Eppure quello che mi ha colpito di più di Andrew era la sua empatia. Era in grado di comprendere perfettamente il disagio, lo squilibrio, le paure, i blocchi ecc. di chi aveva di fronte, meglio della persona stessa, come se lui potesse avere accesso al problema stesso, alla verità della causa, all’origine del disagio.
Aveva una sensibilità incredibile e una sensitività innegabile.
È stato per me un padre spirituale, un mentore, un maestro di vita, un’ispirazione, un amico sincero.
Il mio affetto e la mia gratitudine saranno immutate per sempre.
Voglio immaginarlo in paradiso a darsi un gran da fare, da vero pioniere quale era, alla scoperta di cose nuove che possano creare miglioramento e benessere ai suoi compagni di avventura.
Per sempre nel cuore.
Elena